Descrizione
Il Centro La Piana è stato istituito come vivaio forestale nel 1957 dal Corpo Forestale dello Stato, per la produzione e distribuzione delle piantine forestali necessarie per i rimboschimenti realizzati in Garfagnana dagli anni ‘50 del secolo scorso.
Dal 1976 è stato gestito dalla Comunità Montana della Garfagnana, oggi Unione Comuni Garfagnana, su delega della Regione Toscana.
Nel 1999, quando la Regione Toscana ha avviato la dismissione dell’intero settore della vivaistica forestale, la Comunità Montana è subentrata in proprio nella conduzione dell’impianto, mantenendone la natura di struttura pubblica ed avviandone una complessiva riorganizzazione e riqualificazione.
Pur rimanendo una struttura produttiva, il vivaio ha assunto un nuovo e più incisivo ruolo come centro multifunzionale fortemente legato alla realtà locale, di stimolo e supporto allo sviluppo rurale e diventando una struttura di rilevante importanza strategica nell’attuazione delle politiche di sviluppo locale promosse dall’Ente, in quanto riferimento operativo per l’attivazione di tutta una serie di iniziative a valenza pubblica mirate al recupero, conservazione, valorizzazione del patrimonio vegetale della zona (varietà agrarie, cultivar di frutti, piante officinali, biocenosi di rilevante interesse naturalistico, ecotipi locali di specie da utilizzare per interventi di conservazione della biodiversità, di rinaturalizzazione, di recupero ambientale, ecc.).
(Foto Vivaio, Vivaio 1)
Con un importante progetto triennale (1999-2001) finanziato con il Programma di iniziativa comunitaria LEADER II, sono stati effettuati interventi strutturali per il consolidamento antisismico dei fabbricati e l’adeguamento alle nuove attività con la realizzazione di un’aula ed un piccolo laboratorio per l’analisi e la lavorazione delle sementi.
La produzione vivaistica forestale è stata innovata sia negli indirizzi produttivi, con maggiore attenzione alla programmazione delle produzioni, che nelle tecniche in modo da aumentare sensibilmente la capacità produttiva.
Soprattutto sono state introdotte nuove attività, fortemente legate alla realtà locale, che hanno conferito al vivaio un ruolo multifunzionale di effettivo stimolo e supporto allo sviluppo del territorio:
- Tutela della biodiversità agraria, forestale e naturale per preservare l’integrità del mondo rurale e dei suoi ecosistemi.
- Recupero, conservazione e valorizzazione delle antiche varietà locali a forte connotazione culturale e tradizionale in grado di arricchire il “paniere” delle produzioni tipiche e rafforzare il senso di identità della comunità locale.
- Sperimentazione e divulgazione di tecniche agronomiche ecosostenibili per la coltivazione di piante autoctone, endemiche ed acclimatate e per la difesa biologica di boschi e colture agrarie.
- Promozione del ruolo multifunzionale dell’agricoltura, in particolare per l’inclusione sociale ed integrazione lavorativa di categorie “deboli”nel mondo rurale.
L’attuale indirizzo gestionale e produttivo comprende le seguenti attività:
- Produzione e distribuzione di postime forestale
- Conservazione e valorizzazione del patrimonio genetico vegetale locale
- Gestione Banca del Germoplasma
- Gestione collezioni di frutti e vitigni locali
- Coltivazioni per attività di ricerca e dimostrative
- Difesa fitosanitaria (Lotta biologica al Cinipide del castagno, ecc.)
- Iniziative di agricoltura sociale: attività laboratoriali per soggetti diversamente abili
- Attività divulgative e promozionali
Il vivaio ha una superficie di 2,7 ettari, occupati in piccola parte da infrastrutture che ospitano laboratori, banca del germoplasma e attrezzature. Glia spazi estrerni sono suddivisi in settori dove vengono svolte le attività di seguito illustrate.
Produzione e distribuzione di postime forestale
Il Centro è, di gran lunga, il più importante dei tre vivai pubblici di riferimento della Regione Toscana, da cui proviene oltre l’80% del postime annualmente distribuito dalla Regione agli Enti competenti e ai soggetti privati aventi titolo per la fornitura gratuita.
Inoltre il vivaio è stato il primo ad improntare la vivaistica forestale ai principi della salvaguardia della biodiversità e della tutela del patrimonio forestale regionale, utilizzando seme raccolto in popolamenti locali ed avviando importanti progetti di produzione di piantine in collaborazione con soggetti gestori di Parchi ed aree protette.
Nel corso degli anni l’impianto si è affermato nella produzione di postime di provenienza autoctona certificata, ed ha assunto un ruolo centrale nell’attuazione della politica forestale regionale, orientata all’impiego di piantine forestali nate da semi raccolti all’interno dei popolamenti censiti ed inseriti nel Libro Regionale dei Boschi da Seme, quale elemento strategico per contrastare l’inquinamento genetico e l’introduzione di organismi patogeni e specie estranee.
Conservazione e valorizzazione del patrimonio genetico vegetale locale
In Garfagnana la variabilità del territorio, inteso come ambiente orografico e pedoclimatico, e, in particolare, il persistere di una distribuzione demografica legata a piccoli centri montani caratterizzati da un isolamento più o meno accentuato, ha favorito l’affermarsi di una notevole variabilità nelle specie frutticole ed orticole coltivate, ed il permanere fino ai giorni nostri di un notevole patrimonio di antiche varietà.
Queste rappresentano un valore immenso sia come patrimonio genetico, che come elementi della cultura e identità della popolazione; sono assolutamente da preservare, anche quando non si tratti di prodotti di immediato o sicuro valore commerciale, per favorire la ri-appropriazione da parte della comunità locale delle proprie tradizioni e produzioni, quale vantaggio competitivo sostenibile in grado di caratterizzare e dare valore al “paniere” dei prodotti tipici ed all’intero territorio.
Il Progetto è ormai giunto a conclusione: dalla caratterizzazione morfo-fenologica e genetica effettuata, è emerso che la piattaforma ampelografica della Garfagnana presenta un elevato numero di vitigni esclusivamente autoctoni di quest’area. Dei 50 vitigni caratterizzati, infatti, ben 20 presentano un patrimonio genetico non presente in nessun database viticolo e pertanto sono da considerarsi a tutti gli effetti tipici ed autoctoni.
VITIGNI AUTOCTONI:
Barghigiana, Burian bianco (Buriana o Buriano), Canina bianca (detta anche Cagnaccia o Petognana bianca), Capibianchi, Carraresa (conosciuta anche come Carraresa compatta o Carraresa rada), Della Borra, Farinella, Fredianella bianca, Grassella, Grisantina bianca, Groppello (detta anche Ugellina), Nicola nera, Pontecosi nera, Pontesca bianca, Rossara tardiva, Sillicana bianca, Salacagna nera, Schioccoletto, Verdesca.
Di questi è stata avviata la valorizzazione mediante prove di spumantizzazione ripetute per tre anni.
I rilievi, inoltre, sono stati condotti secondo i protocolli stabiliti per l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Viti.
Infine è stata organizzata sul territorio la rete dei COLTIVATORI CUSTODI come definiti dalla L.R. 64/04: si tratta per lo più di piccoli produttori con una forte motivazione culturale che si impegnano a mantenere in coltivazione in purezza le varietà che vengono loro affidate.
Da sempre l’Unione Comuni Garfagnana ha promosso e condotto direttamente iniziative per la tutela e la valorizzazione delle produzioni tradizionali (farro, castagne)
Queste hanno trovato nel vivaio il naturale punto di riferimento per l’effettuazione in loco delle fasi operative: la raccolta e conservazione dei semi, la riproduzione in purezza, l’osservazione dei caratteri morfologici e fenologici delle varietà.
Dal 2005 l’attività ha subito un’accelerazione con i progetti “I semi del Sapere” (condotto con le scuole di ogni genere e grado per la ricerca delle antiche varietà) e “Home gardens” (di riscoperta e promozione degli orti familiari quali veri e propri centri di salvaguardia sia della diversità genetica, che delle conoscenze e, in senso più ampio, della cultura collegata alle vecchie coltivazioni).
Nel 2008 è stata costituita, nel Centro, una sezione locale della BANCA REGIONALE DEL GERMOPLASMA, dove sono conservati i semi e le piante di 23 varietà erbacee (cereali, ortive, leguminose) e 14 frutti locali.
All’interno del vivaio è stata realizzata una COLLEZIONE DI ANTICHI FRUTTIFERI per lo studio, la conservazione ed il prelievo di materiale di propagazione, in cui, attualmente, sono presenti 450 piante di 7 specie (melo, pero, fico, susino, ciliegio, pesco) e 185 diverse varietà.
La banca regionale del germoplasma
Fagioli | Insalata | Pomodoro | Patata | Zucche |
---|---|---|---|---|
Fagiola garfagnina Fico di Gallicano Giallorino della Garfagnana Lupinajno Mascherino Soldi del papa Turco grigio Fagiolo del guston Fagiolo occhiello chiaro Fagiola scritta |
Foglia di cerro della Garfagnana | Pomodoro fragola | Patata rossa di sulcina | Zucca dell’alpe Zucca dell’alpe nostra Zucca luna |
Grano | Mais | Orzo | Segale |
---|---|---|---|
Marzuolo Noè di Pavia rossetto |
Ecotipo orecchiella Formenton ottofile Granturco nano di verni Granturco nostrato ec. palazzaccio Maggese |
Scandella ec. Garfagnana | Segale della Garfagnana |
Negli anni sono state introdotte nuove varietà, iscritte ai Repertori Regionali per la provincia di Lucca e limitrofe e tradizionalmente presenti anche in Garfagnana, in modo da ampliare il ventaglio di colture praticabili dai coltivatori (coltivatori custodi, agriturismi) interessati ai prodotti tradizionali, che potranno così arricchire la propria offerta.
BIETOLA | CARDONE | CAROTA | CIPOLLE | POMODORO | RADICCHIO | ZUCCHINO |
---|---|---|---|---|---|---|
Bietola verde da taglio lucchese | Gobbo di Lucca | Pastinocello | Rossa di Lucca Massese |
Pomodoro canestrino di Lucca | Radicchia di Lucca | Zucchino alberello di Sarzana |
La Banca svolge attività correlate all’attività dei coltivatori custodi, che annualmente riconsegnano una piccola quantità di seme alla banca:
- – presa in consegna del seme, pulitura, essiccazione, catalogazione, registrazione, confezionamento e messa in conservazione;
- – preparazione delle piantine da trapianto da consegnare ai coltivatori custodi (pomodoro, zucche, cipolle);
- – consegna di seme e piantine a coltivatori custodi od iscritti alla rete di conservazione del germoplasma.
La Banca, inoltre, fornisce un supporto tecnico ai coltivatori custodi nella fase di coltivazione e riproduzione in purezza (ad es. per la predisposizione di sistemi di isolamento).
Nella tabella sono elencate le varietà iscritte ai repertori regionali già dal 2008
CILIEGIO | MELO | PERO | SUSINO |
---|---|---|---|
Marchiano | Perussetto Carlo Lucchese Belfiore Casciana Del Giappone Rossa di Villacollemandina Biancona Madonna del Carmine Melo Morto |
Verdino Zucchero |
Coscia di Monaca |
Nel 2016 sono state iscritte ulteriori 12 varietà, caratterizzate con uno specifico progetto condotto con la collaborazione scientifica del DAGAa – sezione arboree – dell’Università di Pisa
MELO | PERO |
---|---|
Lugliese Del Sangue Della Piastra Musetta Striata Rossa di Corfino Ruzzolo San Michele Santa Maria Vecciaio |
Metello d’autunno Pianaccia San Lorenzo |
Attività di agricoltura sociale
Dal 2005 il Centro la Piana ospita corsi di formazione, laboratori e stages per soggetti con disabilità di grado medio/lieve, finanziati dalla Provincia ed organizzati dall’ Agenzia Formativa Per Corso in collaborazione con l’Azienda USL 2 Zona-Distretto Valle del Serchio.
L’esperienza ha dato ottimi risultati ed ha messo in luce le potenzialità del vivaio quale riferimento per la promozione dell’agricoltura sociale in Garfagnana, La presenza di un’aula attrezzata, inserita in un laboratorio/azienda dotato di spazi adeguati (orto, serre), lo stretto rapporto con l’ordinario ciclo lavorativo, la ricchezza dei rapporti pur in un ambiente circoscritto e “protetto”, hanno permesso di realizzare attività caratterizzate da una forte personalizzazione dell’intervento e flessibilità nello svolgimento di azioni commisurate alle potenzialità degli utenti, utili all’acquisizione di capacità operativa e dignità di lavoratore.
Dal 2010 l’Unione Comuni Garfagnana partecipa al Tavolo, promosso dalla Provincia di Lucca, per l’Agricoltura Sociale come strumento atto a favorire coesione sociale, sostenibilità e partecipazione nei processi di sviluppo locale.
D’intesa con il Comune di Camporgiano e le Misericordie di Castelnuovo Garfagnana e Camporgiano è stato definito un intervento, per la realizzazione di un centro di aggregazione per l’erogazione di servizi sociali a sostegno delle popolazioni rurali. Il progetto è stato finanziato sul Reg. CE 1689/05 – PSR Toscana 2007-2013 – mis. 321, ed il Centro è stato attivato presso l’edificio scolastico della frazione di Filicaia dove saranno messe in atto attività in favore di disabili, anziani e minori.
Con deliberazione di Giunta n° 107 del 14/09/2011 la Comunità Montana ha aderito al progetto mediante la disponibilità di strutture e personale per le attività che verranno promosse.
Nel 2014 il vivaio ha ospitato al proprio interno attività laboratoriali rivolte a soggetti disabili, e fornito supporto logistico/operativo ad analoghe attività attuate presso la sede di Filicaia e l’Orto Sociale della Misericordia di Castelnuovo di Garfagnana.
L’Unione Comuni, inoltre, ha partecipato, con la Banca dell’Identità e della Memoria, all’organizzazione di incontri sui temi legati all’agricoltura, ai prodotti tipici, alle tradizioni ed alla storia locale.
L’attività del Centro di Aggregazione ha trovato continuità grazie al un progetto “Luna crescente: seminare integrazione”, finanziato dal CESVOT alla Misericordia di Camporgiano, con la partecipazione ed il supporto degli stessi soggetti.
Infine l’Ente ha aderito al Bando pubblicato dall’Azienda USL Toscana Nord Ovest – Zona/Distretto Valle del Serchio manifestando l’interesse a partecipare all’attività di co-progettazione mirata alla presentazione in partenariato con altri soggetti, di progetti a valere sull’Avviso POR Regione Toscana FONDO SOCIALE EUROPEO 2014-2020 – Asse B Inclusione Sociale e Lotta alla Povertà “Servizi di accompagnamento al lavoro per persone disabili e soggetti vulnerabili”
Attività divulgative e promozionali
Fin dalla sua istituzione la sede locale della Banca del germoplasma, si è posta come “banca attiva” fortemente legata al suo territorio ed alla comunità locale, affiancando alla finalità istituzionale della conservazione del germoplasma, una pluralità di obiettivi funzionali al sostegno di uno sviluppo rurale sostenibile ed autogeno:
-
- – creare un collegamento stretto tra le comunità rurali e la ricerca, cioè tra i custodi della variabilità genetica locale che devono ri-appropiarsi a pieno titolo del patrimonio della biodiversità, e la ricerca come presupposto per incrementare i potenziali vantaggi della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio genetico locale;
- – favorire la sopravvivenza ed il trasferimento alle generazioni più giovani, del patrimonio delle conoscenze, delle competenze e degli usi e legate alle specie vegetali coltivate, della cultura dei luoghi legata ai piatti tipici, alla cura delle malattie, ai saperi ed alle tradizioni secolari;
- – diffondere tra la popolazione locale la cultura della tutela del patrimonio genetico locale come elemento importante per la tutela e valorizzazione, in senso più ampio, dell’identità culturale e delle tradizioni del luogo;
- – facilitare l’accesso della popolazione alle varietà locali, organizzando manifestazioni ed occasioni di incontro in cui sia possibile scambiare conoscenze e materiale tra i singoli coltivatori.
(FOTO gruppo 1, gruppo 2)
Sono state quindi condotte azioni di stimolo e supporto a studi e ricerche scientifiche, di coinvolgimento degli operatori e della popolazione locale, di diffusione delle conoscenze e di ridiffusione sia delle colture che dei valori dell’identità locale:
-
- – promozione e collaborazione a progetti di ricerca condotti da Istituti Universitari quali le Università di Pisa e di Firenze.
- – Organizzazione di incontri formativi/dibattiti con i coltivatori custodi ed altri soggetti interessati (agriturismi, giovani agricoltori, associazioni, ecc.) di approfondimento e confronto su tematiche connesse con la tutela del patrimonio vegetale locale, la valorizzazione dei prodotti, le tecniche colturali, ecc.
- – Organizzazione e partecipazione ad iniziative divulgative/promozionali quali seminari, convegni, mostre, di interesse locale o regionale incentrate sulla salvaguardia della biodiversità. In particolare, negli ultimi anni, si moltiplicano le richieste di partecipazione avanzate da gruppi ed associazioni del territorio impegnati nel recupero di attività e conoscenze tradizionali.